Come Affrontare il BDSM: il 4C

IL 4C – Cura, Comunicazione, Consenso e Cautela.

La cultura BDSM si è spesso riferita, e si riferisce tuttora, a Sicuro, Sano e Consensuale (SSC) e, più recentemente, Risk Aware Consensual Kink (RACK) come framework (Un modello di struttura) per gestire le varie pratiche, sessioni e forme di gioco. Entrambi gli approcci vengono immediatamente rifilati ai neofiti del settore e, senza dubbio essi hanno avuto una certa utilità nell’educarli alla comprensione di alcuni concetti basilari. Analizzandoli più da vicino capiamo, però, che essi presentano dei limiti significativi.
Tali framework, quindi possono essere contrapposti, a quello delle 4C cura, comunicazione, consenso e cautela, in cui si prova ad annullare ogni tipo di semplificazione e a cercare un giusto compromesso tra sicurezza ed esplorazione erotica.

Il punto di partenza, per definire un’impalcatura per la regolamentazione del BDSM, è stato fondato sulle discussioni di stabilità psicologica, consenso e sicurezza, da cui è nato l’ SSC ovvero Sano (Assennato), Sicuro e Consensuale. Secondo il rigido e semplicistico punto di vista di tale costrutto, il BDSM sarebbe possibile solo se calato in una dimensione in cui si gioca in assenza di rischi concreti.
Nonostante la popolarità del SSC, alcuni membri della comunità BDSM alla fine hanno iniziato a rendersi conto che il framework SSC esclude, attraverso tutti i suoi punti e i suoi significati, forme di gioco più “spigolose”, complesse, che comportano un potenziale rischio fisico e psicologico. Questo genere di consapevolezza ha permesso, in alcuni contesti, il passaggio da SSC a RACK, Risk Aware Consensual Kink. Si considera, in questo ultimo framework, la consapevolezza per il rischio e si omette il termine sano, che nelle comunità BDSM, sembra assumere, in una visione medica, il significato di salute psicologica.
La questione di partenza, però, che ci spinge a creare un confronto con il 4C, nasce dalla nozione di consenso, la quale, sia in SSC sia nel Rack, viene eccessivamente semplificata, decontestualizzata e soffre di una certa ambiguità.

Il consenso, chiaramente, attraverso il suo ruolo fondamentale, è uno dei punti che permette di distinguere il BDSM dalla violenza sessuale.

Affrontiamo cosa è il 4C e come si compone:
Caring
Communication
Consent
Caution

Cura : Avere cura, nel senso più ampio del termine, fisico, mentale e sociale.
Comunicazione: Scambio continuo di informazioni, prima durante e dopo
Consenso: Accettazione di entrambi dei rischi e delle azioni che avverranno.
Cautela: L’atteggiamento di prudenza e attenzione da tenere.

Nello specifico quindi analizziamo gli elementi più in profondità:
Cura
La cura è un concetto complesso, significa creare uno spazio protetto in cui vivere serenamente un’esperienza personale. Non procurare danni fisici, mentali e sociali al partner, ne volontariamente ne per negligenza o omissione. Cura è un concetto ampio di attenzione verso l’altro
Comunicazione
La comunicazione è un altro concetto ampio, non è solo la contrattazione e condivisione dei limiti e dei desideri legati all’esperienza che si vuole fare, ma anche la comunicazione della propria visione sull’argomento e la creazione di una base comune su cui lavorare.
Una buona comunicazione permette di parlare la stessa lingua durante e ridurre il rischio di fraintendimenti.
Una comunicazione che non è fatta solo di bianco e nero, ma anche di risposte più complesse come “No non mi va ma voglio saperne di più” e “Sì ma mi sento insicur*”. E che consideri anche il linguaggio del corpo.
Una comunicazione che preveda anche il tempo di ragionare e metabolizzare, attraverso ascolto e comunicazione sulle situazioni che si andranno ad affrontare. L’aftercare permette di trattare anche quelle situazioni che a caldo non sono si sono manifestate, ma che possono diventare problematiche se non affrontate.
Consenso
Il consenso è un elemento fondamentale, tanto da essere presente in tutti i framework, per prima cosa separa il BDSM dall’abuso, rendendolo etico e lecito. Un gesto accettato da entrambi è uno scambio di emozioni, lo stesso gesto anche il più lieve fatto senza la volontà dell’altro è violenza sessuale.
Quindi il consenso è un costrutto che si stabilisce con il partner, non solo contrattando limiti e desideri, e stabilendo delle regole chiare e invalicabili.
Nel 4C il consenso si affronta su tre livelli:
Superficiale, il consenso di base all’attività in generale, e i fondamentali si è si, e no è no.
Il consenso sulla situazione, ovvero chiarire e concordare le pratiche, il tipo di rapporto le regole in atto e le vie di uscita come safeword e segnali di sicurezza
Il consenso profondo, un concetto molto complesso che affonda le radici nella possibilità che un sottomesso che abbia dato il consenso esplicito si trovi in situazioni in cui la sua capacità di giudizio sia in dubbio, vedi subspace o rush adrenalinico, o che razionalizzi l’accaduto solo a sessione finita.
Quindi quasi un consenso a posteriori, con la possibilità di rendersi conto che non lo si sarebbe dato con il senno di poi. Quindi il consenso ad esporsi ed esporre il dominante a questo rischio, consci che l’unica soluzione è la comunicazione e la rinegoziazione del rapporto.
Un consenso quindi basato sulla storia della coppia, o triade, che lo rinnova e ricostruisce continuamente.
Cautela
La cautela è il concetto nuovo del 4C. Praticare con cautela, significa non solo analizzare i rischi, ma affrontarli con l’attenzione che richiedono.
Unisce il Risk Aware e il Sane, non solo dobbiamo conoscere le criticità e i rischi di un’azione, ma anche muoverci in maniera assennata, attenta e con cura.
La traduzione più corretta potrebbe essere prudenza, ovvero atteggiamento contrassegnato da saggezza e previdenza, atto a fornire una garanzia contro l’eventualità di pericoli e di danni, come dice il vocabolario.
Questo è il 4C, una cornice più vicina al concetto di BDSM come esperienza umana completa, legata alla sessualità quanto alla sfera emozionale

Analizzato questo capirete che il consenso, chiaramente, attraverso il suo ruolo fondamentale, è uno dei punti che permette di distinguere il BDSM dalla violenza sessuale, ma spesso esso viene inteso in modo superficiale, oscurandone le sfumature implicite. Vi è, infatti, un respingimento immediato contro chiunque cerchi di mettere in discussione questa visione o bianca o nera, fatta solo di sì e di no.
In realtà, sappiamo tutti bene che la natura dell’essere umano non è fatta per essere diretta, chiara ed ovvia in ogni momento e in ogni modalità di rapporto, evento o contesto. C’è sempre qualcosa che non viene detto. Questo è particolarmente vero nel caso del BDSM, in cui gran parte dell’erotismo dipende proprio dallo giocare sui limiti. Navigare, esplorare il complesso margine del consenso è uno degli atti che rende vivo, intrigante, introspettivo e potente, il BDSM.
In risposta a questo tipo di ambiguità, ci viene in aiuto il framework 4C, acronimo di cura, comunicazione, consenso e cautela.
Partendo proprio dal concetto di consenso, nel modo in cui viene inteso dal 4C, possiamo prendere in considerazione un approccio più ampio, utilizzando il concetto di consenso diviso in tre livelli, possiamo non solo affrontare le situazioni di rischio immediato attraverso l’uso delle safeword, e analizzare correttamente limiti e fantasie nella contrattazione.
Ma soprattutto possiamo affrontare con il consenso profondo quelle situazioni in cui la situazione va oltre la capacità di un bottom di usare una parola o un gesto di sicurezza. Questo livello è strettamente legato al concetto di subspace, uno stato mentale generato dalla produzione di una forte dose di endorfine, da parte del cervello, nel momento in cui ci si sottopone a particolari pratiche BDSM. Esso comporta una perdita di lucidità più o meno forte e, di conseguenza, potremmo chiederci fino a che punto la capacità mentale del bottom viene compromessa. Inoltre, anche se si è ancora in grado di pensare lucidamente, si potrebbe non sapere cosa merita il consenso e cosa no.
In questi casi, è importante ripensare alla scena vissuta nelle ore e nei giorni seguenti. In un processo del genere, l’aftercare e la conversazione, sono fondamentali per giungere ad una conclusione più o meno definita.

Consenso Valido

Oltretutto pensiamo alla validità di un consenso ad una pratica dato durante la sessione, se questo è realmente dato in maniera lucida, o minato dallo stato mentale del sub.
Capiamo quindi che la comunicazione, altra componente del 4C, è assolutamente da non trascurare per definire, comprendere e anche per esplorare i propri limiti personali.
I limiti, infatti, possono cambiare a seconda del tempo, della situazione, dell’umore e in base alla persona con cui si gioca. Bisogna, quindi, comunicare prima, durante e dopo una certa pratica, per incrementare il più possibile il proprio benessere. La comunicazione è in connessione con il concetto di cura, presentato come comportamento premuroso, che inevitabilmente crea sicurezza e aumenta i livelli di fiducia nei confronti del partner. Nel momento in cui, ai giochi più estremi, si associa, subito dopo, il contatto tenero, l’affetto, la ricerca della vicinanza e soprattutto l’attenzione verso quelli che sono i bisogni dell’altro, si crea un setting che favorisce una vera analisi interiore.
L’ultimo punto da analizzare è quello della cautela termine che implica la necessità di essere consapevoli del rischio, della possibilità di pericolo e si pone come un avvertimento a procedere con attenzione; tuttavia esso non è attaccato alla rigida visione medica che caratterizza gli altri framework. Da ciò deriva la motivazione a sviluppare quelle abilità che permettono di esplorare i limiti nella misura in cui ci si sente a proprio agio a livello psicofisico.

Nonostante l’assodata utilità di SSC e RACK, vediamo il 4c presenta dei vantaggi lampanti. Tutte le dimensioni (cura, comunicazione, consenso e cautela) si intrecciano l’una con l’altra, e permettono di vivere il BDSM con una flessibilità creativa che è rispettosa per l’equilibrio di chi lo pratica.

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