In questo articolo trattiamo di un argomento particolarmente ostico, che troppo spesso viene evitato o frainteso: le molestie.
Premetto che non sono un legale né un medico o uno psicologo, ma un esperto dell’ambiente BDSM e kinky e in questo testo, oltre a riportare informazioni bibliografiche, inserisco il mio parere personale.  

Partendo da una definizione più tecnica, il dizionario ci dice che la molestia corrisponde ad una sensazione incresciosa di disagio e irritazione, provocata da un altro individuo e in genere da tutto ciò che produce un turbamento del benessere fisico o della tranquillità emotiva, psichica e spirituale.
Quando invece è strettamente collegata alla sessualità, si riferisce ad un insieme di approcci affettivi, sessuali o sociali attuati in modo scorretto e “non normativo” rispetto alle situazioni in cui avvengono e che sono tali da offendere la sensibilità e la dignità della persona che ne è il bersaglio.
Nel linguaggio giuridico, la molestia in generale indica ogni atto che comporti menomazione o soppressione del potere di godimento spettante al titolare di un diritto; insomma ci viene sottratto in toto o in parte un nostro diritto.

Si definisce molestia sessuale, invece, ogni comportamento indesiderato a connotazione sessuale o qualsiasi altro tipo di discriminazione basata sul sesso che offenda la dignità degli individui nell’ambiente di lavoro, di studio, di svago, ecc., ivi inclusi atteggiamenti di tipo fisico, verbale o non verbale. Le molestie sessuali, in quanto discriminazioni, violano il principio della parità di trattamento fra individui di genere differente.

Trovo, aggiungendo un mio personale parere, che la molestia venga messa in atto attraverso comportamenti che forzano una persona ad uscire fuori dalla propria comfort zone in maniera non positiva, generando inevitabilmente disagio e senso di inadeguatezza.

La molestia sessuale è, quindi, quella che si esprime attraverso commenti o condotte vessatori che si sa o si dovrebbe sapere che non sono bene accetti, oppure, ancora più in generale, fatti a una persona di cui non si conosce a priori la reazione, sapendo che esiste la possibilità che siano sgraditi.
Quindi non è necessariamente l’atto in sé ad essere il problema, ma il modo in cui lo si fa. La molestia sessuale può comprendere:

  • richieste di prestazioni sessuali in cambio di qualcosa oppure rifiutandosi di fare qualche atto dovuto alla vittima se questa non accetta le proposte sessuali del molestatore
  • richieste di appuntamenti romantici, rifiutandosi di accettare un eventuale diniego
  • andare oltre gli accordi presi e far apparire queste trasgressioni come giuste o giustificate
  • richieste forzate di abbracci, baci o carezze
  • contatti fisici non necessari, comprese toccate non gradite
  • uso di un linguaggio rude e insultante, anche sui social 
  • ingiurie personali connesse all’orientamento sessuale o all’identità di genere della persona
  • commenti relativi all’aspetto fisico di una persona (ad esempio legati al fatto che la persona sia più o meno attraente)
  • invio o condivisione di materiale pornografico, fotografie a contenuto sessuale o altre immagini erotiche (compreso soprattutto l’invio online)
  • racconto poco gradito di barzellette o storie a sfondo sessuale
  • vanto volutamente eccessivo delle proprie prestazioni sessuali con l’intento di ottenere l’attenzione o il timore della vittima
  • atti di bullismo basati su sesso o genere
  • diffusione di voci o pettegolezzi di natura sessuale su determinate persone (anche online)
  • atti di diffamazione
  • creazione di profili social fake con l’intento di spiare o infangare il nome della vittima, magari utilizzando senza il suo consenso le sue foto e rubando la sua identità

La molestia sessuale non è necessariamente legata in modo diretto alle attività sessuali esplicite, come si evince da questi esempi. 

Scendendo nei particolari e in un ambiente a noi più familiare, il BDSM potrebbe essere considerato un contesto in cui è più probabile ricadere in una molestia a causa della profondità, dell’introspezione e dell’intensità dei contenuti che lo caratterizzano. Spingersi sempre più in profondità verso l’interiorità umana aumenta anche le possibilità di ferire o danneggiare l* propri* partner.

Ad esempio, il fenomeno del pushing, ovvero letteralmente “spingere” l’altra persona, anche inconsciamente o con tecniche subdole, ad andare oltre i propri i limiti (specialmente se già messi in chiaro durante la contrattazione), mettendo a rischio la sua salute psicofisica, viene considerata molestia. Se a questo aggiungiamo il creare nel* partner disagio o senso di inadeguatezza lamentandosi del fatto che non sia riuscito a svolgere una certa pratica o abbia chiamato la safeword nel bel mezzo del gioco, il comportamento molesto è ancora più grave.

Un altro fenomeno assimilabile alla molestia è quello del gaslighting: è una forma di manipolazione e violenza mentale nella quale vengono presentate alla vittima false informazioni con l’intento di farla dubitare della sua sanità, mirando principalmente alla percezione, all’esame di realtà e alla memoria. Può anche essere semplicemente il negare da parte di chi ha commesso qualcosa che gli episodi siano mai accaduti, o potrebbe essere la messa in scena volontaria di eventi con l’intento di disorientare la vittima. Il termine deriva da un’opera teatrale del 1938, Gaslight. La trama tratta di un uomo che cerca di portare la moglie alla pazzia manipolando piccoli elementi della casa, per esempio affievolendo le luci delle lampade a gas. La donna nota questi cambiamenti, ma il marito insiste nell’affermare che sia lei a ricordare male o a inventarsi le cose, fino a che lei non crolla definitivamente. Alcune frasi tipiche per riconoscere il gaslighting sono:

  • “Non essere permalos*! Era solo un scherzo”
  • “Hai delle reazioni infantili, non devi sentirti così”
  • “Guarda che ti ricordi male, la memoria ultimamente non ti funziona tanto”
  • “Questo non è mai successo, ti stai inventando le cose”
  • “Ma stai bene? Mi sto preoccupando per te, ti comporti in modo strano. Vuoi che chiami un medico?”

Infine una forma fin troppo nota di molestia è quella della colpevolizzazione della vittima, o Victim shaming, che consiste nel ritenere la vittima di un crimine o di altre sventure parzialmente o interamente responsabile di ciò che le è accaduto e spesso nell’indurre la vittima stessa ad autocolpevolizzarsi; quel fenomeno che si verifica quando chi ha subito un danno viene ritenuto in parte o completamente responsabile del trauma che ha vissuto. Non solo chi osserva può colpevolizzare la vittima per ciò che ha subito, ma la stessa vittima può non riconoscersi come colei che ha subito la molestia. La vittima (e chi osserva dall’esterno di conseguenza), infatti, ha la percezione di, in qualche modo, poter essere responsabile delle azioni del* molestatore/molestatrice.

Proprio per il fatto che di molestia non se ne parla, risulta ancora meno evidente il modo in cui gestirla:

  • Il primo passo è sicuramente riconoscere la molestia, ovvero rendersi conto di star subendo o aver subito una molestia.
  • Mai auto-colpevolizzarsi, poiché non avete fatto nulla di male e non avete provocato né chiesto la molestia.
  • Cercate di chiarire in maniera assertiva: fermate la persona, spiegatele attivamente cosa state provando e invitatela a smettere.
  • Se il chiarimento non ha effetto andatevene, proteggendovi e chiedendo supporto. 
  • Se vi chiedono di raccontare attraverso un feedback la vostra esperienza fatelo, senza astio, riportando solo le cose realmente accadute e chiarendo il vostro punto di vista.

Questo è ciò che posso dirvi su un argomento troppo trascurato e frainteso. Il mio invito, attraverso questo articolo, è quello di parlarne, di confrontarvi e anche di analizzare idee o pareri differenti, raccontando la verità senza mai lasciarvi intimorire dalle critiche piatte e negative.
In alcuni casi le molestie diventano direttamente Abuso, ma di questo parliamo in un altro articolo.

https://maestrobd.it/wp/it/chi-sono-gli-abuser/

Potete trovare la diretta in cui abbiamo parlato di Molestie su Instagram sul mio profilo MaestroBD2, seguitemi ogni mercoledi una diretta su argomenti legati alla sessualità, il BDSM e lo Shibari.

O sul mio canale Youtube dedicato all’informazione.
Diretta Instagram sulle Molestie

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