Recensione del libro “Maestro di Piacere”

Leggendo la descrizione del libro “Maestro di Piacere” di Sandra Henke, mi aspettavo un romanzo erotico/rosa sul BDSM, tutt’altro che interessante. La descrizione nella quarta di copertina dice esattamente così:

«Mancano quattro settimane al trentesimo compleanno di Kate, e quindi al momento fatidico in cui, dopo tre anni di vita indipendente, dovrà lasciare Londra per tornare alla sua cittadina di provincia e alla piccola azienda dei genitori. Ancora solo quattro settimane di libertà nella metropoli per vivere i sogni più proibiti. Quali? La sottomissione, il sadomaso, l’avere un padrone. Kate non l’ha mai sperimentato, ma è certa che quella è la sua indole. Essere una schiava. Quindi l’amico fidato Milow le consiglia di stilare una lista dei suoi più intimi desideri erotici, per poi portarla con sé nei luoghi adatti ad esaudirli. “Andare a un party sadomaso, Essere dominata da un padrone, Venire abusata oralmente, Trattenere l’orgasmo, Spanking, Giochi con legacci e manette, Bondage ai seni, Provare sex toys, Fare sesso con una donna, Triangolo, Giochi anali, Sesso nella cabina di un negozio di abbigliamento”. Compilata la lista, i giochi hanno inizio. È proprio in una di queste occasioni che Kate incontra Ronan, un vero e proprio “signore dell’arte del piacere”. Sarà lui a condurla negli abissi inebrianti del dominio e della sottomissione.
“Tu ti sottometterai al mio volere. Sarai umile, farai ciò che io ti chiederò e mi dimostrerai riconoscenza obbedendo pedissequamente alle mie direttive. E se non lo farai, io, il tuo maestro del piacere, ho il diritto di punirti per la tua trasgressione o anche solo per aver esitato”.
“Ora starai alle mie regole. Io sono il tuo insegnante, il tuo mentore, il tuo padrone, il tuo maestro. Il tuo dio”.
Con il dolore e il piacere che solo Ronan sa donarle, inizia all’improvviso una strana serie di episodi e di coincidenze e una domanda comincia a farsi strada: chi è, davvero, il maestro del piacere?».

Insomma, leggendo una descrizione simile, mi aspettavo una storia piena di romanticismo tossico, eventi scontati e prese di posizione piuttosto discutibili, con personaggi stereotipati: lei, la piatta “dipendente-affettiva” della porta accanto, lui, il “Mr. Grey” della situazione, il tutt’altro che affascinante, maniaco-compulsivo e sex offender. E devo dire che l’inizio del libro ha un po’ confermato le mie teorie: l’inesperta e titubante Kate, il fetish del “migliore amico gay” che sa assolutamente tutto sui play party, l’incontro, piuttosto scontato, ad una festa con l’affascinante e misterioso Ronan, lui che la segue sotto casa… Davvero la ricetta perfetta per ricreare le magiche atmosfere di Cinquanta sfumature.
Ma una cosa ha iniziato a farmi sorgere dei dubbi, a darmi degli input che questo romanzo non fosse così terribile come credevo: la Parola di Sicurezza. Ronan sin da subito fornisce a Kate la parola di sicurezza e, durante tutta la narrazione, la cosa viene ricordata parecchie volte. A partire da questo elemento, ho iniziato a riconoscere, con il procedere della lettura, sempre più cose positive. Già solo questo elemento fornisce al protagonista maschile una forma, una personalità: non più il calcolatore totalmente sicuro di sé, talmente estremo, da riconoscersi perfetto, ma un Master con i suoi dubbi, che riconosce la potenzialità del rischio.
Non un carattere rigido, ma un uomo con incertezze, rabbie umane e delusioni, in grado di prendere decisioni sbagliate, ma anche tornare sui suoi passi. Nei giochi BDSM, presenti all’interno della trama, Ronan è sì un romanzato e mistico seduttore dominante, ma è anche abbastanza sensibile da interessarsi allo stato e ai gusti della partner, domandandole spesso la sua opinione e dei feedback. Viene anche citato l’SSC, Safe, Sane and Consensual, dalla stessa Kate, la protagonista, che lentamente non appare più così sprovveduta. Lei è totalmente presa dal gioco della schiava che vive con quest’uomo, ma molte volte dubita dell’integrità di lui, essendo quasi uno sconosciuto. Inoltre, nelle varie vicende, sono presenti tutta una serie di personaggi maschili, che vogliono il male della stessa Kate e che tramano contro di lei. Ronan, nonostante sembri essere un piantagrane, alla fine si distinguerà positivamente da tutti questi soggetti.


Un elemento che ho davvero apprezzato è la composizione delle varie scene erotiche, che ho trovato sempre più originali: pur essendo un po’ troppo lenta nelle descrizioni, la loro prima volta l’ho trovata gradevole. Procedendo con la storia il ritmo si fa più intenso, le locations particolari e le pratiche non banali. C’è molta comunicazione tra i due, soprattutto da parte di Ronan, che effettivamente sa dire la cosa giusta al momento giusto e sa instillare il desiderio di sottomettersi nella protagonista. Inoltre, l’autrice dedica molta attenzione alla descrizione dell’eccitazione di lei, svelando quali sono gli elementi, le azioni o le parole che più la mandano su di giri. Il lettore riesce bene a godersi le varie scene e, perché no, anche a stuzzicare la fantasia.
Nonostante le tinte rosa e attentamente romanzate, ho trovato la lettura scorrevole e affatto noiosa, ricca di colpi di scena. La scrittura è piuttosto semplice, ma adatta al tema trattato. Il concetto di BDSM ci viene presentato in maniera piuttosto corretta e le pratiche nominate spesso abbattono qualche tabù, spezzando la banalità del filone erotico comune e “socialmente accettato”. Anche il porre la differenza tra un predatore sessuale e un praticante di BDSM è molto interessante.
Unica pecca: non viene nominata alcuna forma di precauzione o contraccettivo, ma questo è più un parere strettamente personale, dato che trovo la sicurezza molto sexy, oltre che fondamentale.
“Maestro di Piacere” è un buon romanzo, in cui il bdsm è integrato, senza essere né infilato forzatamente né un inutile orpello. Racconta una sessualità vissuta in maniera libera e consapevole, direi una buona lettura.

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